domenica 31 marzo 2013

Chiaccherate notturne vol. I

Nessuna buona chiaccherata notturna può iniziare senza una buona canna.
Nessuna buona chiaccherata notturna può essere riportata senza stare belli fatti.
Ho appena installato Blogger sul telefono e sto scrivendo dal letto in una rilassante posizione supina che molto probabilmente mi farà chiudere gli occhi prima che riesca a finire il post.

Dalla chiaccherata di stanotte è emerso che la crescita è una strana bestia, ti fa fare cose che non vuoi fare e ti fa dire cose che non vuoi dire. Ti fa vedere cose che non avresti mai voluto vedere. Con questo incipit sembra il post su MSN di un 14enne rimbambito, ma credo di aver capito sempre di più che la crescita non potrà essere capita se non sul letto di morte, quando starà per finire.
Durante la crescita si scopre e scoprendo ci si mette in discussione. Durante la crescita si vuole la filo-sofia e l'ignoranza, l'informazione e il menefreghismo, la luce e la cecità.
Ma poi diventa un fatto di scelta.
Bisogna scegliere se crescere ancora, se cambiare ancora, se mettersi ancora in discussione, se si è pronti a dubitare in ogni momento in tutto ciò che ci hanno passato per vero.
La crescita è riuscire a ricordare il mondo che ci si immaginava da bambini, maturare e sviluppare le competenze necessarie a realizzarlo, e non arrendersi alla realtà rimanendo infantili.
La crescita inizia con una protesta, una guerra intestina contro la scoperta di un mondo scialbo, privo di quella fantasia creativa e creatrice che caratterizza la vita infantile. Apatia. Distruzione. Straniamento. Bisogna rimanere lucidi se si vuole continuare a crescere.

La crescita non è buttare cemento su cemento e intensificare le produzioni.
La crescita non è abbandonarsi ad uno stipendio fisso da un lavoro di merda.
La crescita è creazione, non produzione.

La decrescita felice è una cosa da ricercare non solo in ambito politico, economico, ma per prima cosa in noi stessi. Bisogna ricordare i sogni, la visione, quel mondo ideale visto da un bambino dove il lavoro non sia solo un mezzo per fare i soldi e i soldi non siano l'unico mezzo per poter fare. Bisogna iniziare a vivere senza pensare ai soldi, come quando si era bambini e bisogna essere abbastanza maturi e cocciuti da trovare i modi per farlo.

Bisogna crescere, ma non nella democrazia, non nella società, non nel conto in banca.
Bisogna crescere dentro, bisogna comprendere e saper abbattere ciò che è ingiusto anche nella nostra vita di tutti i giorni. Una guerra quotidiana che possiamo portare avanti da soli, ognuno per sé, ma che ha effetti più devastanti di qualsiasi manifestazione di piazza. Se si comincia a rinunciare all'acqua imbottigliata, alla carne in scatola, ai cibi pronti, agli ortaggi confezionati, ai saponi, si fa il più grande danno possibile a chi governa il mondo.
E in questo modo si crea un mondo nuovo.


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