La morte è la destinazione finale di un lungo viaggio mentale e spirituale che chiamiamo vita. Non si può percorrere un tragitto senza tenere a mente quale sia il punto di arrivo. Ci sono molti modi per trascorrere il peregrinaggio dalla nascita alla morte: si può andare veloci; si può scegliere la strada più breve; ci si può annoiare per addormentarsi poco dopo la partenza, aspettando solo che si arrivi alla fine; oppure si può andare a piedi, lentamente, cercando di captare ogni singolo balzo d'insetto o il profumo di un fiore mentre si calpesta l'umida terra sotto l'erba, ascoltando la voce del Vento duce verso luoghi misteriosi.
Vivo sempre pensando di trovarmi sul letto di morte. Immedesimo me stesso in quell'istante, conscio che possa giungere in qualsiasi momento, per immaginarmi vecchio canuto e solo a rivangare in quel viaggio fantastico ogni luogo, ogni viso e ogni nozione, ogni avventura, ogni strada in cui - su consiglio del Vento - sono stato condotto e a rammaricarmi per quanto lasciato inesplorato. Vivo costantemente allo scopo di abbassare la percentuale dei rammarichi per rendere il più soddisfacente possibile quello che sarà il momento del mio trapasso, il mio giungimento alla meta.
Voglio fare, sapere e osservare il più possibile. Non mi accontenterò mai.
Vivo sempre pensando di trovarmi sul letto di morte. Immedesimo me stesso in quell'istante, conscio che possa giungere in qualsiasi momento, per immaginarmi vecchio canuto e solo a rivangare in quel viaggio fantastico ogni luogo, ogni viso e ogni nozione, ogni avventura, ogni strada in cui - su consiglio del Vento - sono stato condotto e a rammaricarmi per quanto lasciato inesplorato. Vivo costantemente allo scopo di abbassare la percentuale dei rammarichi per rendere il più soddisfacente possibile quello che sarà il momento del mio trapasso, il mio giungimento alla meta.
Voglio fare, sapere e osservare il più possibile. Non mi accontenterò mai.